Come già spiegato qui durante la prima gravidanza la Sara aveva stilato con pericolosa precisione un programma che, secondo il neurone responsabile, le avrebbe permesso di affrontare e superare meravigliosamente qualsiasi fase della vita del piccolo malcapitato che aveva preso possesso del suo utero.
Naturalmente un posto di primaria importanza nella cascata di cazzate diligentemente riportate sul quaderno della perfetta madre snaturata era il capitolo sullo svezzamento.
Come da manuale la Sara aveva deciso che dal quarto mese l' Alessandro avrebbe deliziato il suo stomaco con tutta una serie di alimenti appositamente studiati, selezionati e preparati per lui dalle aziende del settore che gli avrebbero garantito un' alimentazione talmente varia che neanche alla Sagra delle Sagre sarebbe stato possibile trovare una simile abbondanza si specialità gastronomiche.
Senonchè, in conseguenza alla decisione di prolungare l' allattamento esclusivo dell' erede fino al compimento del sesto mese, il primo assaggio di pappa subì un piccolissimo ritardo, ma le intenzioni della Sara no, restarono ben ferme.
Certo, cercando di vivere la maternità e la propria esistenza in maniera più naturale qualche barlume di ragione cominciava a farsi strada nella sua mente...come mai se compro il pollo, lo cuocio al vapore e lo frullo, dopo tre giorni aprendo il frigorifero si sente uno strana fragranza che mi ricoda tanto l' odore di un tombino aperto, mentre se compro un omogeneizzato, me lo dimentico in dispensa e lo ritrovo dopo vent' anni posso ancora darlo ai miei nipotini perchè ha ancora le stesse caratteristiche organolettiche di quando stava sullo scaffale del supermercato...perchè se grattuggio una mela per pranzo e metto via l' avanzo per la merenda quando prendo il contenitore la polpa sembra quella di un mirtillo tanto è nera, mentre la frutta mista conserva il color oro meglio di un tubetto di acrilico...
Mentre la mente divagava in inutili domande le mani cominciarono a preparare un meraviglioso brodo vegetale e lo offrirono con sicurezza al tenero pargolo che sputò sul muro il primo boccone realizzando un originale quadro astratto e serrò le mascelle peggio di un caimano.
Fu allora che la mente della madre programmata ebbe l' illuminazione e passò ad un livello superiore.
Da quel giorno l' Alessandro fu messo a tavola e assaggiò senza troppe eccezioni il cibo dei grandi, pregiandosi del soprannome di bidone aspiratutto.
Sono trascorsi tre anni e mezzo da allora e anche la Morgana ha cominciato con quello che la Sara ha scoperto chiamarsi autosvezzamento, che pare essere una cosa tanto new age ma altro non è che il modo in cui si sono sempre tirati su i bambini fino a cinquant' anni fa.
Certo, un occhio di riguardo va riservato alle allergie: il bilancio della fatina è il seguente:
allergia alla fava eriditata dagli antenati della mamma che facevano i pastori in quel di Sardegna, e intolleranza alla banana.
Che dire...con una figlia che non sopporta nè la fava nè la banana bisognerà prepararsi ad un possibile matrimonio gay in quel di Amsterdam al quale, naturalmente, siete tutte invitate.